Elaborazione grafica di Guido Nestola

30.7.07

Il blog? E' una terapia

Un mese e mezzo fa, intorno a quest'ora, stavo pensando di scrivere su questo blog un post simile a quello nel quale Stefano Bonilli dava dei mentecatti a lavoratori e dirigenti delle Ferrovie. Ero in attesa da quasi tre quarti d'ora in Foro Buonaparte a Milano (pieno centro, dunque) di un autobus che sarebbe già dovuto passare almeno due volte, stando al'orario affisso sul palo della fermata, e invece non era neanche alle viste. Insomma, stavo per trovare una risposta indiretta alla domanda che Marco Lupi si pone in termini più ampi e dotti a proposito della qualità e dell'utilità (economica) dei blog: Fuoridalcoro poteva essere il mio sportello reclami personale.

Poi, però, ho pensato che:
1. la mia protesta non sarebbe mai arrivata ai dirigenti dell'Atm, se non per puro caso
2. scrivendola, sarei finito tra i fuffa-blog autoreferenziali che io per primo contesto
3. non avrei risolto certo con il blog i miei problemi di trasporto in città.

Così, mi sono incamminato verso casa, rinunciando ad aspettare. E rinunciando a scrivere. La mattina dopo ho vinto le resistenze ancestrali e ho comprato, praticamente in apnea, uno scooter di seconda mano che ha dato una svolta a una parte considerevole della mia vita quotidiana. Ora, se a Milano vedete sfrecciare un missile di color nero, con un tipo tutto nero (casco e perfino guanti...) in sella, non preoccupatevi: sono io a cavallo di Ruggine, lanciato verso il futuro.

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27.7.07

Il mondo di Monda. In America

Foto in bianconero lievemente tirata seppia. Posa compresa, in interno metropolitano e copridivano a scacconi newyorkesi. E un lungo pezzo a firma di Rachel Donadio nell'inserto dei libri del New York Times (a pagamento). E' la celebrazione di Antonio Monda, firma della Repubblica, come simbolo dell'intellettuale italiano oltreoceano:
New York University film professor and salonnier extraordinaire, (...) arguably the most well-connected New York cultural figure you’ve never heard of.

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Al Bryant Park

Settimo giorno consecutivo di 13 ore di lavoro medio. Vorrei essere qui: stasera, all'Upper Terrace, è prevista Sugarland, la serie dei concerti di Good Morning America. Oppure qui, magari domenica, per sentire Anne Sofie von Otter

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20.7.07

Essere lì, tra Sciascia e i falsari


Altre due o tre cose che val la pena di sentire e di leggere.
Una è già stata proposta da Luca Sofri sulla Gazzetta: il nuovo disco di Cesare Picco, Light line. Non aggiungo molto, non perchè lo abbia già fatto lui quanto per pregressi interessi privati in atti d'ufficio che potrebbero incidere gravemente sul giudizio: un anno fa ho ascoltato a Brescia la prima assoluta di Bach to me, una rilettura moderna ma molto rispettosa del Concerto Brandeburghese n. 5 con una giovane orchestra berlinese, e mi sembrò una delle cose più nuove e originali degli ultimi anni, malgrado qualche autocelebrazione pianistica di troppo. Riprendo solo un'affermazione che Picco fa in un'intervista su Wuz:


Il mio approccio musicale tende verso l'essenza: preferisco togliere piuttosto che aggiungere. Di conseguenza, la ricerca della pulizia mentale va di pari passo con la pulizia del suono.

E allora, a proposito di sottrazioni, Being there del Tord Gustavsen Trio è insuperabile anche da parte del nostro Cesare: nitore assoluto del suono e della forma; una impostazione jazz molto rigorosa a cui non si rinuncia mai e che non rinuncia alla melodia. Quasi un esercizio Zen, con atmosfere cupe ma mai sinistre. Draw wear è un capolavoro di questa sintesi.




Il falsario di Caltagirone
di Maria Attanasio. Sellerio editore


Piccola deliziosa e documentatissima ricostruzione di una vita vissuta davvero e, mi dice il catanese "Arci", mitizzata in molte zone della Sicilia. Quella di Paolo Ciulla, socialista a cavallo tra Ottocento e Novecento, artista di talento straordinario ma provinciale, falsario, perseguitato per matterìa, melanconico e "maledettamente" gay, compiuto con uno stile che, come molti altri prima di me hanno sottolineato, ricorda quasi sempre quello di Leonardo Sciascia. Un personaggio avvolto "in una nube d'ossidiana interiore" che lo rende gradevole malgrado il carattere torvo e silenzioso. Una lettura leggera, rapida e per questo molto piacevole.

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17.7.07

Dodici giri di vento

Un paio di cose viste e sentite di cui vale la pena di parlare.

I dodici violoncellisti dei Berliner Philarmoniker
Ascoltati in concerto a Ferrara, in piazza san Francesco. Foto accanto, la mia prima su Flickr (era anche ora!)

Una meravigliosa macchina da guerra. Suono strepitoso (con una sola sbavatura: troppa testa alla ricerca della perfezione e poca pancia nella Milonga del Angel, subito prima però di una Muerte da strapparsi le vene per la commozione), intesa assoluta, ma soprattutto un programma da concerto mirabile: farebbe rivoltare i puristi e invece, tra Piazzolla Bach e Morricone passando per Shostakovic Jorge Ben e Gershwin, è uno dei più riusciti spot promozionali per la musica classica, in senso ampio.
Dei tre sostituti dell'ensemble originario, due (Solène Kermarrec e Stephan Koncz) avevano meno di 25 anni. Il talento, ad altissimo livello, non ha età. Ciò che in Italia dimentichiamo spesso.


Il vento fa il suo giro
Film di Giorgio Diritti, al cinema Mexico di Milano in esclusiva

Vento, aria, ossigeno. C'è ancora chi sa fare ottimo cinema con attori non professionisti, raccontando storie che servono a capire persone, luoghi e tradizioni. Quelli occitani, ad esempio, che ancora sopravvivono in piccole dosi nelle valli piemontesi del Monviso, chiusi e diffidenti. Un pastore francese, ex insegnante, decide di installare lì la sua attività di formaggiaio di qualità, ma viene via via respinto e cacciato via da chi non coglie il nuovo e le opportunità che questo porta con sé. "La cultura è confronto" dice il protagonista principale, che a sua volta pretende d'imporre a una comunità intera regole anarchiche di una vita agricola d'altri tempi; per gli abitanti del piccolo villaggio di Chersogno, invece, la cultura è solo difesa strenua del proprio campo, reale e figurato, che si spaccia per identità.
Naturalmente, essendo un film di qualità, non trova distributori e, al pari di Come l'ombra,si diffonde grazie al passaparola.

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