Elaborazione grafica di Guido Nestola

21.10.03

New economy da bere

Per abitudine professionale, tendo a valutare la consistenza dei fenomeni sulla base di quanto e come ne scrivano i giornali. Da qualche settimana, la new economy è decisamente tornata di moda. Perché:
  • Liberation dedica le prime due pagine, titola "Internet, le marche repart" e fa spiegare al presidente del principale service provider francese, Christine Levet, la teoria lapalissiana che "troppe società sono state create in un'epoca in cui la gente non aveva le tecnologie necessarie"

  • Nicholas Negroponte ricomincia a pontificare sul Corriere Economia, questa volta sulla rivoluzione del wi-fi

  • Sulle pagine dei principali quotidiani politici, le case histories di Yahoo, Amazon ed Ebay sono portate a esempio della capacità di sopravvivenza delle sole grandi firme e grazie al ritorno ai tradizionali sistemi di gestione, in un mercato finito in crack (anzi krach, come scrivono i francesi!) per l'esistenza di troppi cani sciolti autonominatisi imprenditori e affidatisi di fatto a un sistema virtuale di finanziamenti

  • Entro metà novembre il quotidiano Punto.com tornerà in edicola, editato da una cooperativa di giornalisti


Tratto da www.denverpost.comPer ora, si cerca di controllare l'euforia, ma i primi segnali di entusiasmo eccessivo si avvertono. Forse, però, prima di stappare lo champagne, sarebbe bene ricominciare a bere ogni giorno un bicchiere di vino a tavola. La metafora mi è suggerita dall'ultima idea promozionale della Microsoft. A Denver, ha riunito 50 dei principali manager d'impresa per una degustazione di vini. A ciascuno, ha consegnato un tablet pc con la versione di Office 2003 che sta per essere messa in commercio, chiedendo loro di esprimere una valutazione sui vari bicchieri e farla apparire, via wi-fi, su un maxi schermo posto al centro del Cherry Hill Country Club dove si svolgeva l'incontro. Solo una trovata di buoni comunicatori?

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18.10.03

Le parole per dirlo

Qualche giorno fa, nei commenti, Alter ego mi ha onorato di una definizione molto lusinghiera. Ha scritto che trova spesso le mie argomentazioni "aristocratiche, intendendo pacate". Leggendo oggi le dichiarazioni di Ermanno Olmi in margine all'uscita del suo nuovo film "Cantando dietro i paraventi", ho trovato un altro aggettivo che mi piace in maniera particolare: gentile.
... volevo che fosse una favola gentile perché l'aggettivo "gentile" è, oggi, in tempi di guerra e di inquietudine, importante: se accetti un gesto gentile, devi deporre la spada, credere alla pace"

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14.10.03

Chiese tecnologiche

Scrivo da una delle postazioni della Mediateca di Santa Teresa, la biblioteca multimediale interattiva, per ora ad accesso gratuito, realizzata all'interno della Chiesa barocca di Santa Teresa in via Moscova, a Milano.
La struttura è bellissima, grandiosa, silente come una biblioteca e bianca come una chiesa ristrutturata. Si sviluppa su due piani, contiene un centinaio di banche dati, fra le quali un'emeroteca lombarda fra Otto e Novecento, e Alice sui libri in commercio; 4 postazioni di Teche Rai da cui è possibile vedere vecchie trammissioni tv; soprattutto un gran numero di workstation, anche queste a uso gratuito e illimitato, da cui è possibile connettersi a internet, assistiti da un paio di giovani tutor.

In questo momento, nel salone principale a piano terra (una grande sala a croce greca), siamo una ventina, di ogni tipo ed età e con i più diversi intenti: una ragazza consulta una banca dati bibliografica; un ragazzo tiene accanto a sé un tomo aperto circa a metà, un signore di mezza età al mio fianco cerca di scaricare un film da un sito di cortometraggi, un anziano distinto sta visionando le fotografie antiche del Fondo Sommariva, una ragazza ride leggendo una mail che le è appena stata inviata. Il tutto in un silenzio compreso e coinvolto.

Una sensazione strana mi pervade, una sorta di distacco della personalità, legata all'idea che il futuro possa prendere forma in un luogo così antico. E' come se mi accorgessi per la prima volta (lontano dalla mia abitudine quotidiana con la tecnologia) che tutto questo esiste per davvero. Che quel futuro non è affatto lontano e lo sto condividendo con altri.

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10.10.03

Statistiche

Cesarino a mamma ha fatto due conti e ha scoperto che le 4 banalità annunciate dal suo blog sono diventate 78.586. E via enumerando.

A me, però, hanno fatto effetto anche le cifre riportate in una ricerca di Perseus e sintetizzate in questo articolo, segnalato sulla newsletter Online-news:
  • Esistono 4.12 milioni di blog su 8 piattaforme
  • 2.72 milioni, pari al 66%, non sono stati aggiornati negli ultimi 2 mesi
  • 1.09 milioni non sono stati aggiornati dal primo giorno
  • La durata media di un blog abbandonato è di 126 giorni

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9.10.03

Respiri

Non riuscivo a capire come mai, non scrivendo più da alcuni giorni, il mio contatore di accessi segnalasse per oggi una lieve ma significativa impennata rispetto alla media. In effetti, ho scoperto che devo tanto successo a questo post di un blogger tifoso dell'Olimpia Milano, celebre squadra di basket.

Mi sembra che il link ai commenti del blog di Matteo non sia attivo. Gli ho quindi inviato questa email di risposta:

Ti ringrazio per la segnalazione. L'errore c'è, eccome, commesso per fretta e per troppa fiducia nella mia memoria corta. Me ne scuso.
La prossima volta, però, visto che sei così attento e puntuale, ti pregherei di citare correttamente gli articoli e non farne una tua interpretazione personale. Non mi pare di avere scritto:
un'infiammazione al ginocchio lo aveva fatto ricusare a Milano...

bensì
un'infiammazione al ginocchio lo aveva fatto ricusare da Milano...

Da un punto di vista grammaticale, c'è una notevole differenza. In questo modo, oltre che impreciso e fannullone, tu mi fai fare anche la figura dell'ignorante. Un po' troppo, non credi?
Carlo Annese


Ora, non so quanti giornalisti rispondano alle mail di lettori. Io, per abitudine, lo faccio. Matteo, peraltro, al di là delle considerazioni personali un po' superficiali e stereotipate sul mio mestiere, è rimasto entro i limiti della correttezza e della civiltà e mi sembrava tanto più opportuno farlo. Ora, però, vado a prendere un po' d'aria.

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Bambini cresciuti

Altre volte ho lanciato allarmi, richiesto indirettamente attenzioni e gratificazioni, minacciato, blandito. Volevo che il mio blog esistesse e superasse i momenti di difficoltà, stanchezza e pigrizia anche attraverso la prova dell'esistenza degli altri. Oggi mi rendo conto che non ho bisogno di niente di tutto questo: il distacco è, come dire, strutturale, forse inevitabile.

Fuori dal coro continua a vivere, perché vive dentro di me, perché è stata ed è un'esperienza importante nella mia ricerca delle diverse e moderne forme della comunicazione. Ma non mi sento più legato a esso in maniera morbosa, come accadeva qualche mese fa. Ho riscoperto il piacere della lettura: non per sottolineare qualcosa da analizzare o su cui riflettere o semplicemente da segnalare, ad alta voce; ma per la voce che dalle pagine si leva verso le mie orecchie interiori. Continuo a pensare, analizzare, valutare e considerare ma senza la preoccupazione di mettere da parte i fili per svolgerli appena mi fossi seduto davanti a un computer.

A volte mi manca, spesso però mi accorgo di quanto pensare/bloggando o bloggare/pensando abbia relativamente accorciato il mio respiro. Per respiro ampio, per esempio, intendo quello che si avverte leggendo i profili di sportivi che Emanuela Audisio, giornalista di Repubblica, ha raccolto in Bambini infiniti. Emanuela è una cara collega-amica con la quale ho condiviso olimpiadi e campionati del mondo: il mio giudizio, dunque, rischia di essere condizionato. Credo, però, che il suo modo di scrivere e di fare giornalismo sia originale, diverso, in qualche modo superiore, a prescindere dalla considerazione personale. E' il frutto di un lavor(i)o interiore, di letture e soprattutto di una capacità di visualizzazione delle persone e delle cose che non è facile realizzare e trovare. E che è necessario saper usare con equilibrio, senza sprechi.

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