Elaborazione grafica di Guido Nestola

31.10.05

Venerdì 11/11: una cena a base di pollo

Farò di tutto per partecipare alla cena a base di pollo, l'iniziativa che Michele Marziani ha lanciato per combattere la psicosi della pandemia con un bollito di amicizia e di gusto. Per intanto, la sostengo e la rilancio qui, nella speranza che qualcuno (soprattutto cuochi e cuoche) raccolgano appello e sollecitazioni a far andare i fornelli.

Come ha già fatto Michele, ricavo la foto a destra dal sito Biozootec, a cui rimando volentieri il link.

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L'aria dei pneumatici

Presentando C'era una volta l'Urss, reportage lungo le strade del grande Paese, compiuto cinquant'anni fa a bordo di una Simca familiare e pubblicato ora dal Saggiatore, Dominique Lapierre racconta a Oreste Pivetta, de L'Unità:
Un'immagine? L'erba sulla strada asfaltata, appena dopo il confine. Non ci passava mai un'auto e l'erba tingeva l'asfalto di verde. O la donna che ci chiese di sgonfiare la gomma della nostra Simca per poter respirare un po' dell'aria di Parigi.


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Il cinema, Pasolini e Bertolucci

Ero a Roma, in quei giorni d'inizio novembre del '75, in vacanza con la famiglia. Come al solito, i miei genitori erano partiti all'avventura, senza prenotare uno straccio di albergo, nonostate fosse il periodo del ponte dei Morti. Alle dieci di sera occupammo la hall di un hotel dietro Largo di Torre Argentina e aspettammo fino a mezzanotte che si rendesse disponibile una stanza, prenotata da una coppia che non s'era fatta viva per tutto il giorno. La sera successiva, mentre passeggiavamo alle spalle delle Botteghe oscure, ci imbattemmo davanti a una sezione del Pci in un tazebao sul quale era scritto: E' stato ucciso Pasolini.

Fino a quel momento, avevo 11 anni, Pier Paolo Pasolini era stato un libro che mio padre aveva prestato a un caro amico, gli Scritti corsari, senza più riceverlo indietro: non riuscivo a capire, in fondo, perché quella raccolta di articoli fosse tanto importante, da mettere in pericolo un'amicizia che risaliva all'infanzia. Era stato inoltre una serie di apparizioni e di servizi televisivi che, nelle rare serate in cui riusciva a rimanere in piedi più del solito dopo Carosello (forse non a caso, proprio quelle, penso col senno di poi), si ascoltava seduti in soggiorno, in silenzio religioso.

Poco dopo aver perso mio padre, otto anni fa, ho acquistato e letto la mia copia degli Scritti corsari. Emulazione postuma, esperienza mimetica nei confronti di un punto di riferimento, tentativo impossibile di creare un'affinità a distanza, di colmare vuoti e sensi di colpa. L'esatto opposto dell'istinto che Bernardo Bertolucci descrive a proposito della sua improvvisa e quasi casuale esperienza di aiuto regista, ventenne, di Pasolini in Accattone, sull'ultimo numero di Micromega in una conversazione con Lidia Ravera:
I riferimenti cinematografici di Pier Paolo erano Dreyer e Chaplin. Veniva dall'arte, dalla letteratura. Pensava alle pale d'altare. Ai paesaggi di Simone Martini, ai primitivi senesi. Inchiodava la macchina da presa davanti alle facce, ai corpi, alle baracche, ai cani randagi nella luce di un sole che a me sembrava malato e a lui ricordava i fondi oro. Ogni inquadratura finiva per diventare un piccolo tabernacolo della gloria sottoproletaria. Presi allora la decisione che il mio cinema sarebbe stato un cinema che quasi rifiutava il piano fisso. In costante movimento, di avvicinamento, di allontanamento, di avvolgimento, la macchina da presa sarebbe arrivata a toccare i personaggi, ad accarezzarli. Io volevo che cadesse quel diaframma di rispetto sacrale che c'è nel cinema di Pasolini, la frontalità, nel suo cinema, esprimeva la sua profonda, discutibil ma intensa religiosità. Io volevo che il mio cinema non fosse sacrale. Quando un critico, recensendo La commare secca, lo definì un film pasoliniano, piansi

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17.10.05

Restaurant

Entusiasta che La taverna del capitano, di Nerano - Marina del Cantone, sia stata premiata con 17 cappelli nell'ultima Guida dell'Espresso. Ho pranzato la scorsa estate e mangiare è dire poco, favorito anche dallo scarso numero di avventori.
Baia di Ieranto - dal sito del FaiSono arrivato attorno alle 11.30, essendo partendo molto presto da Praiano a Mare pullmanmunito, e mi è stato offerto dalla signora che ho poi scoperto essere non solo maitre ma anche l'artefice di tutta la strepitosa piccola pasticceria del finale, di utilizzare gratuitamente i servizi della spiaggetta antistante. Alle 13.20 mi sono seduto, per rialzarmi felice e in pace col mondo almeno un paio d'ore e lunghe chiacchierate con l'altro maitre e sposo della suddetto dopo. Indimenticabile la soppressa di polpo in un pasto sublime, per il quale (con tre calici di vino abbinati) ho speso 80 euro. Benedetti. Confesso che, satollo e con una quarantina di gradi all'ombra, uscito dal locale, ho rinunciato alla lunga passeggiata verso la Baia di Ieranto, non molto distante, uno dei tesori del Fai.

Ottima anche la prima prova del ristorante Il Liberty, in viale Monte Grappa, a Milano. Non foss'altro perché, a pochissima distanza dalla Milano più glamour, il venerdì sera la cucina è rimasta aperta fino a mezzanotte, con risultati buonissimi, come gli spaghetti senatore Latini con il cipollotto brasato. Prezzo attorno ai 45 euro, adeguato all'ambiente discreto e alla cucina attenta alla ricerca degli equilibri.

Non mi accadeva dall'ultima vacanza a Pantelleria di uscire da un ristorante con la bottiglia di vino ancora da finire in mano, adeguatamente ritappata. Non a caso, si è ripetuto con la Trattoria Trinacria, in via Savona, sempre a Milano, dove ho assaggiato degli involtini di pescespada da otto, con un ripieno leggerissimo e adeguatamente punteggiato da scaglie di buccia di limone. Forse se al posto dei pinoli ci fosse stato un trito di pistacchi e, oltre al limone, si fosse osato con del bergamotto, il risultato avrebbe meritato la perfezione. I 43 euro del conto, compreso appunto il vino "completo", ci stanno abbastanza.

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2.10.05

Vertenze


Il Manifesto ha "approfittato" dei due giorni di sciopero dei giornalisti, per fare anche del buon giornalismo. Oggi, per esempio, ha dedicato il fondo di apertura proprio alla vertenza per il rinnovo del contratto dei giornalisti e all'interno una pagina intera, in cui Roberta Carlini spiega, tra l'altro, che i ricavi dalla vendita dei prodotti collaterali (gadget di vario genere, dai libri ai dvd) sono schizzati in avanti del 103.1% tra il 2002 e il 2003, e che negli ultimi due anni le tendenze dovrebbero esser proseguite. Scrive così:
La forbice tra ricavi e costi per copia, che era di 8 centesimi nel 2001 (0.90 il costo unitario contro 0.98 di ricavo) è salita a 14 centesimi nel 2003 (0.99 contro 1.13). Tra il 2002 e il 2003, in quindici grandi gruppi editoriali messi sotto osservazione da Mediobanca, il fatturato è cresciuto del 9.8% e il valore aggiunto dell'11.6%. Di questo valore aggiunto e incassato, il sindacato chiede la redistribuzione.

La conclusione dell'articolo è illuminante sul paradosso della scarsa capacità comunicativa dei giornalisti sulle questione che li riguardano:
Succede in ogni vertenza che si rispetti, ma qualsiasi vertenza (nel bene e nel male) viene raccontata di più, sui giornali e in tv, di quella dei protagonisti dell'informazione


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1.10.05

Gamberi

Mentre pranzavo, seduto al tavolo della socializzazione (se posti, rigorosamente per avventori che non si conoscono), è arrivata una telefonata. "Anche nella Guida del prossimo anno vi abbiamo assegnato i tre Gamberi", hanno detto dall'altra parte della cornetta, annunciando la conferma tra le poche migliori osterie d'Italia tra i Ristoranti d'Italia del Gambero Rosso.
Meritatissimi. All'Osteria della Villetta, osteria comunista con tanto di Unità accanto al vecchio grande bancone del bar, a Palazzolo sull'Oglio, in provincia di Brescia, dove ho assistito a questa scena, ho trovato un ambiente splendido, e delle frittelle di baccalà così buone e leggere come le faceva mia madre trent'anni fa.

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Io voglio

La vetrina d'accesso alla sezione di Rifondazione, a Tolmezzo, provincia di Udine, si è trasformata in una bacheca piena di post-it dell'iniziativa lanciata dai creativi che lavorano per Fausto Bertinotti. Una collezione di desideri i più diversi, tutti rigorosamente lasciati dove sono stati incollati dagli autori dei messaggi, anche se contengono frasi sconce, auguri di... morte, eccetera.

Così, tra gli Io voglio, si trovano:
Un altro figlio (e che mia sorella si sposi)
Trovare finalmente un moroso
Tornare a casa in Sicilia


Il compagno Bertinotti avrà il suo bel dafare per soddisfarli tutti.

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