Elaborazione grafica di Guido Nestola

26.7.08

Le notizie che non lo erano

Luca Sofri tiene da alcuni mesi sul giornale per il quale lavoro una rubrica dal titolo Le notizie che non lo erano. Prende di mira le cattive abitudini dei giornalisti, che non verificano le notizie, si affidano spesso e volentieri al sentito dire, danno poco seguito a ciò che scrivono nei giorni precedenti, rilanciano opinioni e commenti altrui come fossero notizie vere e proprie. Insomma, cerca il dettaglio (in più di qualche caso, va detto, su argomenti che circolano in rete), facendo poca filosofia ma in modo efficace.

Penso a qualcosa del genere mentre sfoglio i giornali per vedere come essi trattano l'avvio dell'Olimpiade di Pechino. Gli americani sono evidentemente anti-cinesi; cercano storie di dissidenti o di sommosse fermate con la forza, oppure sottolineano l'enorme stupore di fronte alla grandiosità e alla rapidità delle trasformazioni subite da Pechino. Gli inglesi hanno cambiato posizione rispetto a qualche mese fa, forse perché loro stessi si rendono conto di quanto sia complesso organizzare un'Olimpiade e dedicarvi interamente la capitale: sono più "open minded", anche sui temi a loro cari dell'ambiente. Gli italiani s'arrabattano, fanno rimbalzare un po' di queste storie, ma senza riuscire a dare un'idea d'insieme di ciò che sta accadendo là.

E pensavo alla rubrica di Sofri anche mentre leggevo quella, lunga e articolata, scritta oggi da Joe Nocera sull'Herald Tribune/New York Times sulle polemiche sorte attorno alla scelta di Apple di non rendere noto lo stato di salute di Steve Jobs (Ricordate i titoli in prima pagina: "Come sta Steve Jobs? Non sono fatti suoi"?). Scrive Nocera:
Sotto la guida di Jobs, Apple ha creato una cultura del segreto che è stata determinante per creare la domanda dei consumatori per i suoi prodotti innovativi. Ma quella stessa cultura ha avvelenato la governance della sua azienda. Apple rivela agli analisti dettagli sulle proprie attività molto meno di quanto faccia la maggior parte delle altre società. Ha trasformato decisioni di basso profilo in segreti di stato.
Ma soprattutto Nocera rivela di aver ricevuto una telefonata da Jobs, aspra come del resto la sua rubrica, nella quale il boss di Apple gli ha detto che:
sebbene i suoi problemi di salute non siano una "comune influenza", com'era stato detto dopo la presentazione dell'iPhone 3G, non minacciano la sua vita e non si tratta comunque di una ricaduta del cancro.

Quanti giornali riporteranno domani la notizia con la stessa visibilità di quella "negativa" e choc di qualche giorno fa?

Aggiornamento: alle 12.54 di domenica, Corriere.it lo ha riportato nell'home page.


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Pechino, l'architettura per voltare pagina

C. Greco, C. Santoro - Pechino, Skira editoriClaudio Greco insegna Architettura all'università Tor Vergata di Roma. Con Claudio Santoro, ha scritto per Skira un libro fondamentale per comprendere quanto Pechino sia cambiata negli ultimi sette-otto anni, da quando cioè ha deciso di puntare sull'Olimpiade del 2008 come un'opportunità per il proprio futuro. "I cinesi hanno usato l'architettura per voltare pagina", mi ha detto durante un'intervista telefonica mentre era a Pechino per presentare l'opera. Ma, mentre Renata Pisu afferma in Mille anni a Pechino che il cambiamento è stato radicale e segnato dall'assoluta mancanza di memoria, Greco individua con chiarrezza alcuni elementi di continuità con il passato.

"La verticalità dei grattacieli costruiti dalle archistar - dice - è un concetto nuovo, applicato per emulare Shangai e Canton, verso cui Pechino (la capitale del Nord, fredda e militare, fatta sorgere peraltro da un popolo straniero e violento come i Mongoli) ha sempre sentito una suddistanza di stile. L'orizzontalità, invece, è stata mantenuta". La città è stata concepita secondo una serie di quadrati concentrici, o meglio giustapposti, attualmente cinque, ed è stata sviluppata inizialmente lungo un asse Nord-Sud. Dopo il 1949 il suo sviluppo ha cambiato direzione, da Est a Ovest, come la maggior parte delle città moderne. Con il grande cambiamento olimpico, è stato riprisinato l'asse Nord-Sud, "prolungato dal Villaggio e dalla collina olimpica - continua Greco- e valorizzato dallo stadio e dalle piscine, costruite idealmente al suo fianco".

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24.7.08

The road to Beijing


Allora... Lo spazzolino, gli antibiotici, le T-shirt. Parto tra qualche giorno e mi porto avanti: andare in Cina, a Pechino, per 22 giorni, a seguire l'Olimpiade, non consente errori. Almeno, questa è l'idea che ci siamo fatti da questa parte del mondo. La mia organizzazione, per esempio, ha commesso un errore per il quale il mio viaggio è ancora sospeso alla spedizione (e all'arrivo in Italia) di un nuovo lasciapassare olimpico: la procedura è complicata e ancora maggiore è il terrore che un eventuale tentativo di bypassarla possa far "innervosire" i doganieri cinesi. Condizionamenti mentali, probabilmente, che spero di poter verificare di persona, andando lì e raccontandolo su queste colonne (come si scriveva un tempo sui giornali). Magari già con qualche giorno d'anticipo.
Allora, dicevo... La macchina fotografica, il registratore digitale... Sì, c'è quasi tutto.

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